“Videro e credettero” sbarca in Spagna

pubblicato il 6 marzo 2013

La mostra itinerante “Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani” varca i confini nazionali e arriva in Spagna.

Venerdì 1 marzo nella parrocchia di Santiago  “La Nova” a Lugo è stata presentata la mostra a marchio Itaca che in spagnolo ha come titolo “Vieron y creyeron. La belleza y l’alegria de ser cristianos“.

L’inaugurazione è stata uno degli eventi più partecipati del “Secondo Incontro Eucaristico di Lugo”. Circa un centinaio di persone – tra fedeli, sacerdoti, rappresentanti di movimenti e confraternite, ragazzi della catechesi parrocchiale, catechisti e giornalisti – si sono riunite per assistere con grande attenzione e curiosità all’apertura di questa mostra, presieduta dal vescovo della diocesi Mons. Alfonso Carrasco Rouco. Una grande novità per la diocesi di Lugo, che può così contare su uno strumento che contribuisce ad approfondire la fede in quest’anno particolare.

Due dei pannelli sono stati personalizzati con le immagini della Custodia della Cappella Maggiore e del Cristo Pantocratore della porta Norte della Cattedrale di Lugo, elementi molto familiari per le persone del luogo e che rendono conto del carattere eucaristico della città.

La presentazione è stata fatta da Marta Rivera de la Cruz, nota giornalista e scrittrice spagnola, e dal sacerdote e teologo della diocesi di Lugo, David Varela Vazquez. Dopo una breve presentazione del direttore dell’Istituto Eucaristico Lucense, don José Antonio Ferreiro Varela, nella quale ha raccontato il perché di questa mostra a Lugo, gli aspetti tecnici e anche la presentazione dei diversi autori e curatori, Marta ha raccontato in modo molto semplice e vero ciò che più l’ha colpita  della mostra: il dipinto di Hopper che altre volte aveva visto ma non l’aveva impressionata come questa volta, e in particolare quel sole che sembra illuminare e riscaldare la faccia della donna, la frase di Péguy: “La fede va da sé…”, i fotogrammi del film Metropolis, uno dei suoi preferiti…
Ma ciò che più ha colpito è stato quel chiaro e vibrante “sì” davanti alla domanda di Dostoevskij: “Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?”. Questa risposta ha generato un dibattito sulla bellezza e la gioia della fede e sull’importanza della Chiesa nella società attuale.

Don David ha presentato la mostra seguendo le diverse sezioni che provocano nel visitatore il desiderio della scoperta di Cristo come il bene più grande per ognuno di noi, come “ciò che abbiamo di più caro”. Attraverso i pannelli, prendendo le frasi più significative, ci ha riproposto il percorso del cuore dell’uomo che non trovando una corrispondenza piena nelle cose del mondo e nemmeno in ciò che gli viene proposto da un mondo “dopo Gesù, senza Gesù”, si lancia alla scoperta del fatto di Gesù di Nazaret, giocandosi la propria libertà nell’incontro con Cristo, contemporaneo all’uomo.

Dopo la presentazione, che si è conclusa con il caloroso ringraziamento del vescovo Mons. Carrasco, i primi visitatori hanno potuto contemplare i diversi pannelli allestiti nella cappella parrocchiale. Le reazioni sono state subito di grande stupore per la bellezza delle immagini, la profondità dei testi e il percorso che propone l’esposizione. Tanti, dopo averla vista, hanno espresso l’intenzione di rivederla e invitare qualcuno.

Luis Varela

 

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