“Viva Israele”, un inno alla sacralità della vita

pubblicato il 9 novembre 2007

Gli incontri che, per iniziativa della Compagnia delle Opere, hanno visto protagonista Magdi Allam a Lugo, costituiscono un evento straordinario di cui conservare memoria e su cui riflettere.Magdi Allam a Lugo relatori

Anzitutto la persona. Magdi Allam è un uomo mite, umile, appassionato, cordiale, disponibile, come hanno potuto verificare i tanti accorsi per ascoltarlo e in particolare quelli a cui ha autografato il suo ultimo libro Viva Israele. Un uomo che ha messo in gioco la propria esistenza per destare altri ad un impegno a favore della sacralità della vita come valore assoluto e universale che chiede di essere globalizzato e fatto proprio dalla comunità internazionale in quanto fondante la civiltà umana: “Il diritto alla vita non può essere negoziato… sui valori assoluti non si possono fare sconti”.

Il messaggio di Magdi Allam nasce da un riflessione sull’esperienza personale e dall’osservazione della realtà storica degli ultimi decenni che hanno visto crescere nei paesi islamici prima l’odio contro gli Ebrei, poi contro i Cristiani, infine esplodere il conflitto all’interno dello stesso mondo mussulmano che solo in Algeria ha fatto oltre 200.000 vittime. “Ho compreso, ha detto Magdi Allam, che se si vuole difendere il diritto alla vita di tutti e di ciascuno, bisogna garantire il diritto alla vita di Israele. Viva Israele non è una affermazione politica, ma valoriale”. “Se perfino il diritto alla vita finisce per essere messo in discussione, dobbiamo tornare all’ABC della civiltà.”

Netto il giudizio su chi propugna il dialogo con i predicatori del terrore nella speranza che cambino, finendo invece per legittimarli. Questa idea del dialogo è stata tragica in Europa all’epoca del nazismo e proprio la lezione della storia dovrebbe convincerci che il dialogo ha come condizione il riconoscimento dei valori trascendentali: la sacralità della vita, la dignità della persona, la libertà.

Che cosa sta accadendo? L’incontro tra il nichilismo in ambito islamico (la morte come punto più alto della vita) con il nichilismo dell’Occidente dove la modernità ha segnato un progresso tecnologico non accompagnato da analogo processo a livello dei valori. L’attuale mondo globalizzato è senz’anima: qui sta la causa della grande precarietà in cui viviamo.

Che fare? In primo luogo guardare in faccia la realtà. Occorre uscire da approcci “politicamente corretti”, che fanno del relativismo l’unica forma della conoscenza, e recuperare la certezza della verità perché dove essa viene meno, “si perde la certezza del bene”. In Occidente si trascura la seminagione di odio contro Israele, il cui diritto alla vita rappresenta la posta principale sul piano internazionale, ed è assai diffuso un forte pregiudizio verso gli Stati Uniti e verso Israele che finisce per legittimare coloro che negano la sacralità della vita e che uccidono coloro che non sono a loro immagine e somiglianza: “l’islam vincerà quando la paura ci impedirà di parlare, di scrivere… Un conto è la critica, un conto è la crinminalizzazione” (come è noto Magdi Allam è stato oggetto di diverse condanne a morte da parte islamica), ma “quando uno ha fede, è convinto dei propri ideali, deve andare avanti a dispetto di tutte le avversità”.

Due annotazioni finali. Magdi Allam non fa proclami; chiama ciascuno, singoli e Stati, ad assumersi la propria repsonsabiltià, ad avere il coraggio della verità e a non scendere a compromessi su ciò che è irrinunciabile.

La seconda è una considerazione. Ascoltando diverse voci critiche mi è tornato in mente don Abbondio che se la prendeva non con chi commetteva la violenza, ma con chi, adoperandosi per il bene e la giustizia, metteva in pericolo il suo quieto vivere. Mi sembra di avvertire che a molti non faccia ribrezzo che un uomo debba vivere sotto scorta perché vari centri islamici ne hanno decretato la condanna a morte: “in un certo senso se la va a cercare“. Molti in Occidente sembrano accettare il diritto dell’islam di punire a morte chi osa assumere posizioni ad esso sgradite.

Proprio questa debolezza culturale e morale sul diritto alla vita di ogni uomo e di ogni stato è il più grave pericolo che ci minaccia. Un giorno potrebbe essere la nostra vita ad essere giudicata insignificante. Difendere la sacralità della vita a tutti i suoi livelli è l’unica strada che può assicurare un futuro umano alla nostra civiltà. La testimonianza di Magdi Allam ci dice che la vera religiosità è l’unica condizione di affermazione dell’umano, a tutti i livelli, da quelli personali fino alla convivenza tra i popoli.

Eugenio Dal Pane

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