Festa di san Giuseppe, patrono dei lavoratori

pubblicato il 14 marzo 2011

Sabato 19 marzo 2011 per iniziativa di Itaca, in collaborazione con la parrocchia di San Petronio, si svolge la Festa di san Giuseppe, patrono dei lavoratori. Vi aspettiamo dalle ore 17 in poi presso la Sala eventi di Itaca, in via dell’Industria 249 a Castel Bolognese (RA).

L’evento inizia alle 17 con la Santa Messa celebrata da don Ottorino Rizzi, delegato regionale della Pastorale del Lavoro, prosegue con l’incontro musicale con Marco Poeta, cantautore e chitarrista, intervistato da Martino Chieffo, per chiudersi con un aperitivo offerto a tutti i presenti.

Festa di san Giuseppe, patrono dei lavoratori: programma della giornata

ore 17 – Santa Messa celebrata da don Ottorino Rizzi

ore 18 – Incontro musicale con Marco Poeta intervistato da Martino Chieffo

ore 19 – Aperitivo

Marco PoetaMarco Poeta: breve nota biografica

Marco Poeta ha collaborato con grandi musicisti come Peppe Servillo, Baden Powell, Lucio Dalla, Eugenio Finardi, Sergio Endrigo. Ha composto le musiche dello spettacolo inaugurale del Meeting 2008 dal titolo “La Straniera”.

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don Ottorino Rizzidon Ottorino Rizzi: breve nota biografica

Dal 1993 al 2006 è stato parroco della parrocchia di Zolino (Imola). Oggi è responsabile dell’ufficio regionale della Pastorale sociale del lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato.
Don Ottorino inoltre guida la comunità S. Cristina di Bologna e cura la parrocchia di Codrignano (frazione di Borgo Tossignano).

Scarica la locandina della Festa di san Giuseppe

L’articolo uscito per «Il Nuovo Diario Messaggero»

Preghiera e musica per celebrare l’opera dell’uomo che diventa collaboratore della creazione

Il lavoro umano illuminato dalla fede

San Petronio celebra la festa di san Giuseppe nella sede di Itaca

Sabato 19 marzo nella sala eventi di Itaca sarà celebrata, promossa dalla parrocchia di San Petronio, la festa di san Giuseppe, patrono dei lavoratori. Abbiamo chiesto i motivi di questa iniziativa all’ideatore Eugenio Dal Pane.

Eugenio Dal Pane insieme al vescovo mons. Ghirelli all'inaugurazione della Libreria ItacaDa dove nasce questa idea?

Un anno fa inaugurai la nuova sede di Itaca. Prima ancora che iniziassero i lavori di costruzione fissai la data che volli legare a san Giuseppe per esprimere il nesso profondo tra il lavoro e la fede.

Qual è il nesso fra due mondi apparentemente distinti?

Basterebbe pensare che tutto è dato, dalla nostra vita alla materia che trasformiamo mediante il lavoro. Dio è l’origine di tutto e la fede è il riconoscimento semplice di questa realtà.

Che cosa introduce la fede nel lavoro?

Partiamo da una constatazione: noi trascorriamo al lavoro la maggior parte del nostro tempo e dedichiamo ad esso tante energie. È ragionevole chiedersi: che senso ha? A cosa serve il mio lavoro? E queste domande si legano alle domande decisive sulla vita.

E quindi…

Si può vivere il lavoro come una necessità dettata dalle esigenze della vita, e certamente è una dimensione del lavoro: vivere del frutto del proprio lavoro e non come mantenuti dalla famiglia o dallo Stato. Oppure come ricerca di un profitto personale, indifferente al bene di tutti. Ma è ben diverso vivere il proprio lavoro come collaborazione all’opera del Padre.

Che cosa cambia?

Innanzitutto lo sguardo su di sé. Se Dio mi affida un compito, qualunque sia, affinché attraverso il mio lavoro l’opera della creazione sia più bella, più compiuta – basta guardare alle nostre campagne, alle nostre colline, per capire la concretezza di questa affermazione –, sono lieto, come quando un bambino si sente chiamato dal padre ad aiutarlo in un compito importante.

E nel rapporto con gli altri?

Come ha chiamato me, così ha affidato a ciascuno un talento e un compito. Questo stabilisce una trama di collaborazioni che inizia tra quanti lavorano in una stessa azienda e coinvolge fornitori e clienti cui è destinato il frutto del proprio lavoro. In tal senso il lavoro è una forma di amore all’altro: il prodotto che gli vendo deve essere realmente un bene e per il suo bene. Se è un libro un buon libro, se è pane un buon pane.

Quindi con la fede spariscono i problemi…

Problemi e preoccupazioni restano e non è risparmiata nessuna fatica, anzi: uno è ancora più impegnato per il bene proprio e degli altri, ma mette nella condizione migliore per affrontare tutto questo senza rimanerne schiavi. Senza certezza è difficile affrontare i problemi; la fede rende certi di una positività che rende indomabili nell’azione.

Tu sei anche presidente della Compagnia delle Opere Ravenna e Ferrara. Cosa comporta questo impegno?

Uno dei problemi più gravi del nostro tempo è la solitudine: Questo vale anche per gli imprenditori, che si trovano a dovere affrontare una marea di problemi, spesso senza avere un ambito dove poterli condividere trovando al tempo stesso una simpatia umana e strumenti operativi. La CDO è una compagnia di imprenditori che si aiutano a vivere la responsabilità che hanno.

A cura di Rino Villa

«Il Nuovo Diario Messaggero» è il settimanale della Diocesi di Imola.

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