Senatori e Onorevoli presentano a Roma “La P38 e la mela”

pubblicato il 24 settembre 2009

“Si era preparato ad affrontare un nemico armato e risoluto, invece Romiti si lasciò ammazzare senza un gesto. Dario prima di scappare prese la sua borsa, certo che contenesse un’arma che avrebbe fatto comodo all’organizzazione. C’era solo una mela”.

Questo l’episodio centrale (da cui deriva anche il titolo) del libro “La P38 e la mela” delle edizioni Itaca: l’assassinio del poliziotto Mariano Romiti compiuto dalle Br.
Come ha ricordato Antonio Socci, “una mela: la semplicità di una vita umana normale; la P38: la mostruosa astrazione assassina dell’ideologia.”

In realtà questo libro racconta, con straordinaria intensità, le origini della comunità di Comunione e Liberazione a Roma, il suo sviluppo negli anni Settanta intrecciato profondamente con personaggi e avvenimenti che hanno segnato la storia italiana: dalla fondazione de Il Sabato e del Movimento Popolare, all’amicizia con Aldo Moro, dagli incontri con Giovanni Paolo II, fino agli attacchi politici e alle violenze culminate con il grave ferimento di Lucio Brunelli e, appunto, con l’omicidio di Mariano Romiti.

Di tutto questo si parlerà, in occasione della presentazione del libromercoledì 7 ottobre a Roma (Palazzo Marini, ore 17.30).
Oltre agli autori Saverio Allevato e Pio Cerocchi, interverranno alcuni dei protagonisti di quel decennio cruciale:

Giulio Andreotti il senatore Giulio Andreotti
dalema2_200503_img1 l’onorevole Massimo D’Alema, allora segretario nazionale della Fgci
marini021 il senatore Franco Marini, ex-segretario Cisl
roberto_formigoni21 il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni

A moderare il dibattito il professor Massimo Borghesi, dell’Università di Perugia.

Il Sessantotto aveva posto una domanda vera di senso e di autenticità della vita. Gli anni Settanta risposero con le P38, le molotov, le spranghe e le mazze da baseball.
In tale contesto alcuni giovani romani iniziarono in università, nelle scuole e nei quartieri a testimoniare che era possibile vivere subito un’esperienza nuova nelle cose quotidiane. Era un modo diverso di rispondere a quella domanda che, al tempo stesso, contrastava alla radice il seme della violenza e dell’intolleranza, salvando spazi di libertà per tutti.

A distanza di oltre trent’anni, due amici, Allevato e Cerocchi, rileggono quell’epoca, che fu vissuta in modo differente dalle diverse realtà del mondo cattolico. Una “storia sconosciuta” di presenza che si intrecciò con gli avvenimenti di un decennio decisivo per il nostro Paese.

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