Una proposta per testimoniare la fede a tutti, da persona a persona.
Mostra la luce della fede: è questo l’invito pressante di papa Francesco che fin dall’inizio del suo pontificato ha colto ogni occasione per sollecitare ogni cristiano, i movimenti, le parrocchie e la Chiesa nel suo insieme ad uscire per incontrare gli uomini fino alle periferie dell’esistenza.
Mostrare la luce della fede è dunque il compito al quale siamo chiamati dopo che la pretesa della ragione di illuminare l’esistenza sostituendosi a Dio si è mostrata illusoria lasciando l’uomo nell’oscurità e senza speranza, privo di legami duraturi così che la società appare sempre più confusa e frammentata.
Ma vivere nella oscurità, senza speranza, senza contesti affettivi stabili provoca una grande sofferenza. Come si fa a vivere senza la certezza di essere voluti e amati, senza la certezza di uno che ci dice: “È bene che tu ci sia”? E chi può darci tale certezza se non Chi ci ha pensati, voluti e amati fin dall’eternità e per l’eternità?
Le tre mostre che Itaca ha prodotto in questi anni sono state ideate e realizzate con questo scopo: fare vedere la convenienza umana della fede, la luce che essa getta sulla nostra esistenza personale, il frutto che essa genera nella vita di chi apre la porta a Cristo e accoglie il dono della Sua persona.
È questo il filo rosso che le percorre e le rende un valido strumento di catechesi e di missione. Di catechesi perché obbliga gli organizzatori e le guide ad approfondire i contenuti della fede e della vita cristiana; dall’altra di missione perché lo scopo della mostra è comunicare a tutti quella luce che a noi è stato dato di incontrare perché sia comunicata a tutti.
Poiché vogliamo comunicare la bellezza e la gioia di essere cristiani, Itaca cura molto attentamente i testi, la ricerca iconografica e la realizzazione grafica perché il visitatore possa fin dalla forma sentirsi attratto dalla bellezza di Cristo e percepire, almeno per un istante, il desiderio di seguirlo.
Oltre 300 allestimenti ci hanno fatto vedere quanto un’espressione, un’immagine possano ridestare nel cuore di un bambino, di un giovane o di un adulto, il desiderio di una pienezza, fargli percepire una misericordia, un abbraccio così reali da rinnovare la speranza, una speranza affidabile.
Dopo tanto oblio occorre volgere di nuovo lo sguardo a Gesù, alla sua vita, alla sua morte e resurrezione per potere dire con San Paolo: «Questa vita che io vivo nella carne la vivo nella fede del figliodi Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me». Accostando la vita di san Paolo, il primo grande evangelizzatore, noi possiamo intuie che cosa significhi per una persona l’incontro con Cristo e quale orizzonte apra.
Proprio perché abbiamo visto la validità di questo strumento, abbiamo cercato formule che rendano i costi di noleggio e organizzativi accessibili anche alle realtà più piccole. Tuttavia i soldi non sono il vero problema. Tanti esempi ci dicono che dove ci sono persone desiderose di comunicare la fede, la Provvidenza non fa mancare il necessario.